La samaritana – Tucker Film
La samaritana

Il sesso come strumento di conoscenza e di redenzione, nell’universo morboso e privo di moralità di Kim Ki-duk.

Virgolette
- Emanuele Sacchi, MyMovies -
Sinossi.

Yeo-jin e Jae-yeong sono due ragazze adolescenti che stanno cercando di guadagnare soldi per un viaggio in Europa. Per raggiungere questo obiettivo, Jae-yeong si prostituisce mentre Yeo-jin fa da protettrice, trovandole i clienti e tenendo d’occhio la polizia. Le cose prendono una brutta piega quando Yeo-jin si distrae dal suo compito e la polizia fa irruzione nel motel dove Jae-yeong sta incontrando un cliente. Per evitare di essere catturata, Jae-yeong salta da una finestra, ferendosi mortalmente.

Dopo la morte di Jae-yeong, Yeo-jin si sente in colpa e, per alleviare la propria coscienza, decide di restituire ai clienti tutti i soldi che hanno guadagnato, andando a letto con loro. Alla fine, il padre di Yeo-jin, un poliziotto, rimane sconvolto quando scopre cosa sta facendo la figlia. Comincia a seguirla discretamente e affronta i suoi clienti con risultati sempre più violenti. Alla fine, finisce per uccidere brutalmente un cliente.

Il padre e la figlia partono per un breve viaggio in campagna, dove entrambi percepiscono che qualcosa non va nell’altro, ma non riescono a confrontarsi direttamente. Alla fine, la legge raggiunge il padre, che spera di aver fatto abbastanza per preparare Yeo-jin alla sua vita senza di lui.

  • Bio del regista
    Kim Ki-duk.

    Tacciato in patria di essere un visionario e osannato, invece, nel vecchio continente, Kim Ki-duk sembra aver trovato in Europa quell’America che ancora tarda ad accoglierlo. Distribuite in Italia solo di recente, dal 2003 per l’esattezza, le opere del regista coreano si distinguono per la ricorrenza di tematiche ed elementi duri, mostrati allo spettatore in maniera fredda e quasi naturale. Parliamo di una violenza che, a differenza di tanto cinema contemporaneo, non appare mai fine a se stessa ma, piuttosto, inglobata all’interno di un quadro più grande ed elevato che è quello dell’analisi dell’animo umano.

    Nato nel 1960 a Bonghwa, piccolo villaggio della Corea del Sud, a nove anni si trasferisce a Seoul, dove frequenta una scuola di avviamento professionale al settore agricolo. Abbandonati gli studi per problemi familiari si arruola, all’età di vent’anni, nell’esercito. Parentesi altrettanto importante è quella che lo vede avvicinarsi alla religione. L’arte però, altra passione coltivata negli anni, lo trascina violentemente fuori dal suo passato, portandolo a intraprendere un viaggio nel vecchio continente dal sapore bohemien per poi ritornare in Corea nel 1992.

    Trascorsi quasi tre anni scrivendo sceneggiature, Kim accetta di cimentarsi nella regia pur non avendo mai avuto esperienza di set. La sua quarta opera, L’isola(2000), rappresenta l’apice di questa prima parte della carriera. La pellicola, infatti, oltre ad essere presentata a Venezia e al Sundance, condensa quell’idea di cinema basata sull’astrazione e sulla quasi totale assenza di un contesto dominante per le storie messe in scena. Nel 2001, invece, realizza Bad Guy, presentato l’anno successivo al Far East Film Festival di Udine, nel quale passato e presente si mescolano e fondono in modo tale da far perdere il concetto stesso di realtà nei meandri della storia.

    È il 2003 l’anno della cosiddetta maturità artistica che in Kim trova forma ed espressione in Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera, pellicola che si discosta dalla durezza delle precedenti ma che, allo stesso tempo, contiene un forte equilibrio visivo e narrativo, tanto da consacrare definitivamente il suo autore in tutta Europa. L’anno successivo realizza La Samaritana, film che riporta a galla forti tematiche come la prostituzione e che gli vale l’Orso d’argento a Berlino per la regia. Autore volitivo e in continua eruzione, Kim nello stesso anno porta in scena Ferro 3, anch’esso energicamente legato alle tematiche giovanili tanto da diventarne in un certo qual modo summa artistica e personale. Il film non tarda ad essere apprezzato, ricevendo il Leone d’argento a Venezia nel 2004. Nei due anni successivi realizza L’arco (2005) e Time(2006), pellicole che in maniera diametralmente opposta analizzano la profondità dell’amore. Negli anni successivi si susseguono i film Soffio (2007), Dream(2008) e Amen (2011). Dopo un periodo di depressione (raccontato in Arirang), Kim Ki-duk torna a Venezia nel 2012 (vincendo il Leone d’Oro con Pietà) e poi, ancora, nel 2013 con Moebius.

  • Dello stesso regista
  • Director's statement

    Il primo bottone non era stato allacciato bene fin dall’inizio.
    In un’età in cui gli adolescenti curiosi sono affamati di esperienze.
    Se insegui le cose desiderabili, un giorno cadrai inevitabilmente in una trappola da cui non potrai più uscire, dove il tempo non potrà essere riportato indietro.
    Ancor prima che i nostri giovani pieni di vita possano comprendere le saggezze della vita, rimangono inevitabilmente intrappolati in questi tempi di maltrattamenti, masochismo e auto-tormento.
    Chi può lanciare una pietra alla ragazza Samari?
    Dal punto di vista di un uomo che potrebbe essere un aggressore, cerco di comprendere le menti dolorose dei padri le cui figlie amate vengono trasformate in prostitute in questi tempi.

    Agosto 2003. Non mi viene in mente nulla.
    In un’epoca in cui non abbiamo bisogno di uno scopo per vivere la nostra vita, le persone semplicemente scompaiono, si addomesticano, si arrabbiano senza una ragione chiara e un giorno ridono senza alcuna riconciliazione.
    In una realtà in cui non c’è significato e non c’è tempo per guardare indietro e capire dove le cose sono andate storte.
    Essendo in mezzo a un numero infinito di persone come un banco di pesci, veniamo trascinati qua e là, così la nostra capacità di giudicare ciò che è giusto o sbagliato si affievolisce gradualmente.
    Dopo aver subito una ferita difficile da guarire, piangerai copiosamente quando improvvisamente avrai tempo a disposizione. Mentre io piango per te e tu piangi per me, ci daremo fastidio a vicenda tanto quanto ci amiamo. Potremmo tutti impazzire a tempo debito.


Locandina del film

Biografia

- dalla biografia del regista -
Kim Ki-duk.

Tacciato in patria di essere un visionario e osannato, invece, nel vecchio continente, Kim Ki-duk sembra aver trovato in Europa quell’America che ancora tarda ad accoglierlo. Distribuite in Italia solo di recente, dal 2003 per l’esattezza, le opere del regista coreano si distinguono per la ricorrenza di tematiche ed elementi duri, mostrati allo spettatore in maniera fredda e quasi naturale.