La piccola Renko ha undici anni e una famiglia che sta andando a pezzi: nonostante il suo ingenuo ottimismo e i suoi goffi tentativi di sabotare la crisi, il divorzio di papà Kenichi e di mamma Nazuna è ormai dietro l’angolo. Il matrimonio è finito. Ci sono mille modi per diventare grandi, per smettere di essere bambini, e Renko diventerà grande (inevitabilmente prima del tempo) scoprendo giorno dopo giorno se stessa. Raggiungendo la consapevolezza che ognuno di noi è un’anima irrequieta, “in movimento”, alla continua ricerca del proprio posto nel mondo… Incoronato da molti come “il capolavoro” di Somai Shinji, Moving riscrive le regole dei racconti di formazione e ipoteca il futuro cinematografico dell’incredibile absolute beginner Tabata Tomoko.
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Bio del regista
Somai Shinji.
Somai Shinji (1948-2001) ha diretto 13 film e si è misurato, quasi sempre, con i meccanismi narrativi che ruotano attorno alla tema della giovinezza. Più precisamente, al momento in cui i ragazzini si sporgono sugli orizzonti dell’età adulta. Il suo marchio di fabbrica è sicuramente l’uso dei piani sequenza, «una sorta di frattura tra la realtà e le emozioni interiori dei personaggi» (i primi 15 minuti di Lost Chapter of Snow rimangono insuperabili!), e la sua arte cinematografica ha fatto innamorare Cannes (Moving è stato presentato nella sezione Un certain regard
nel 1993) e Berlino (Wait and See ha vinto il premio FIPRESCI nel 1999). Ancora poco conosciuto in Occidente, Somai Shinji è veneratissimo in patria e ha influenzato alcuni dei più importanti autori contemporanei giapponesi (tra cui Kore-eda Hirokazu e Hamaguchi Ryusuke). Come scrive Matteo Boscarol su il manifesto, «Ci si potrebbe spingere a dire che, senza Somai Shinji e il suo Sailor Suit and Machine Gun, probabilmente non avremmo mai goduto del tocco unico di Takeshi Kitano». - Dello stesso regista

Biografia
Somai Shinji (1948-2001) ha diretto 13 film e si è misurato, quasi sempre, con i meccanismi narrativi che ruotano attorno alla tema della giovinezza.