Noi due – Tucker Film
Al cinema
Noi due

Un’avventura degna di Charlot.

Virgolette
- Le Figaro -
Sinossi.

Tel Aviv. Oggi. Aharon, ex disegnatore di talento ed ex marito di Tamara, ha rinunciato alla carriera e ai legami per dedicarsi totalmente al figlio Uri. Fragile e speciale. È una dimensione parallela ed esclusiva, quella dentro cui camminano assieme, fatta di complicità e di abitudini incrollabili, di giornate rassicuranti e sempre uguali. Uri, per Ahron, è ancora un bambino, un bambino che ama la pasta a forma di stella, i pesci del suo acquario, Charlie Chaplin e Gloria di Umberto Tozzi, ma Tamara sa che il tempo ha bussato alla porta: Uri, piccolo adulto, ha bisogno di aprirsi lentamente al mondo. Agli altri. Alla condivisione di nuovi riti e di nuovi spazi. Una prospettiva, la “nuova casa”, che spezza il cuore del padre e terrorizza il figlio. Accettare il trasferimento in un centro specializzato o tentare di fuggire, maldestramente, negli Stati Uniti?
Selezionato a Cannes e premiatissimo in patria, Noi due affronta il tema della paternità e dell’autismo con la tenerezza leggera di una commedia on the road e l’intensità poetica di un dramma familiare, mettendo in campo un cast luminoso (a cominciare dai due straordinari protagonisti: Shai Avivi e Noam Imber) e alternando, senza strappi, commozione e sorrisi. Una riflessione a tutto campo sull’amore, sulla libertà e sulle insicurezze che abitano dentro ognuno di noi.

  • Note di regia

    I paraocchi sono necessari ai cavalli per impedire che guardino di lato e si spaventino, perdendo l’orientamento. È così che ho percepito Aharon: mezzo cieco lungo il cammino, costantemente portato a minimizzare i propri bisogni per soddisfare quelli del figlio autistico. Per assisterlo e proteggerlo. Dev’essere impossibile vedere un’altra strada, un percorso diverso, al di là di questi paraocchi. E i paraocchi, non dimentichiamolo, fanno anche in modo che Aharon non si guardi dentro e non faccia i conti con i fallimenti della propria vita…

    Ero curioso di scoprire se la realtà, quella che padre e figlio devono affrontare durante il viaggio, potesse rivelare ad Aharon una nuova verità. Mi sono chiesto: si renderà conto che lui stesso si sta nascondendo dietro al figlio, perché non è solo il figlio che sta cercando di proteggere? Se metto i paraocchi, come Aharon, anch’io vedo solo Uri davanti a me: non lo facciamo forse tutti, quando diventiamo genitori? Mentre i nostri figli crescono e diventano indipendenti, però, i bambini autistici continuano ad essere vulnerabili ed esposti. È così difficile ammettere che anche loro crescono e diventano grandi…

  • Bio del regista
    Nir Bergman.

    Nir Bergman è nato a Haifa, Israele, nel 1969 e si è laureato con lode alla Sam Spiegel Film and Television School di Gerusalemme nel giugno 1998. Il suo film di debutto, Broken Wings, uscito nel 2002, è stato un grande successo, ha vinto diversi premi internazionali ed è stato distribuito da Sonny Classics negli Stati Uniti. Da allora, Bergman ha scritto e diretto diversi lungometraggi pluripremiati e serie televisive di successo, tra cui In Treatment (acquisita poi dalla HBO). Attualmente Bergman è uno dei principali scrittori-registi israeliani di cinema e televisione, nonché un importante insegnante di cinema alla Sam Spiegel Film and Television School.


Locandina del film

Biografia

- dalla biografia del regista -
Nir Bergman.

Nir Bergman è nato a Haifa, Israele, nel 1969 e si è laureato con lode alla Sam Spiegel Film and Television School di Gerusalemme nel giugno 1998.



Se metto i paraocchi, come Aharon, anch'io vedo solo Uri davanti a me: non lo facciamo forse tutti, quando diventiamo genitori?

Note di regia

- Nir Bergman -