Se George Romero faceva assalire i centri commerciali dagli zombie, Yeon Sang-ho li stipa sui vagoni dell’espresso da Seoul a Busan.
Una misteriosa epidemia. Una nazione in ginocchio. Un virus non identificato si abbatte sulla Corea del Sud e il Governo dichiara lo stato di emergenza. I passeggeri di un treno diretto a Busan, l’unica città ancora incontaminata, dovranno combattere duramente per la propria sopravvivenza… 453 chilometri da percorrere. 453 chilometri per non morire.
-
Note di regia
Nessuno nasce buono o cattivo. Spesso, quando capita una tragedia, molte persone approdano su una delle due sponde per puro caso. Molte altre, invece, si limitano a dare la colpa alla sfortuna. È triste doverlo ammettere, ma questo atteggiamento, questo sottrarsi alla responsabilità individuale, è abbastanza presente nella Sud Corea di oggi. E, per quanto Train to Busan sia un film di genere, mi piacerebbe che portasse gli spettatori a elaborare una riflessione in merito. Del resto, ho scelto gli zombie proprio perché possono incarnare varie sfumature sociali: non sono mostri, sono soltanto esseri umani contagiati e trasformati da un virus!
-
Bio del regista
Yeon Sang-ho.
Nato a Seul nel 1978, e considerato dalla critica internazionale uno dei maggior talenti del cinema di animazione (pensiamo allo splendido The Fake o al durissimo The King of Pigs), il pluridecorato visual master Yeon Sang-ho ha mosso i primi passi alla fine degli anni ’90 dopo essersi laureato alla Sangmyung University. La sua visione artistica è, da sempre, indirizzata all’analisi della natura umana e della società contemporanea, con una decisa predilezione per le zone d’ombra e i temi spigolosi. “Introdotto” dal prequel animato Seoul Station, Train to Busan rappresenta il (trionfale!) esordio di Yeon Sang-ho nel cinema live-action. Peninsula, il suo ultimo lavoro, è uscito in Corea il 15 luglio 2020.
- Dello stesso regista

Biografia
La sua visione artistica è, da sempre, indirizzata all’analisi della natura umana e della società contemporanea, con una decisa predilezione per le zone d’ombra e i temi spigolosi.